Ho già affrontato il tema dell’erosione delle scogliere in un precedente articolo… ricordate? Vi do qualche indizio…
In quel contesto specifico, vi avevo parlato di una falesia costituita da un unico tipo di roccia, una roccia bianca della mia bellissima Siracusa… ci ritorneremo.
Che cosa accadrebbe, invece, se la parete rocciosa non fosse uniforme, ma composta da rocce di diverso tipo?
Beh, gli agenti erosivi dovrebbero fare delle scelte.
Vi sembrerà strano, ma la natura è pigra! Siamo abituati a sperimentare la sua potenza attraverso eruzioni vulcaniche, terremoti e tempeste, ma la verità è che se c’è una decisione da prendere, questa ricadrà sull’opzione più semplice.
C’è una roccia più morbida dell’altra? Vento, pioggia e mare agiranno principalmente su di essa.
C’è un’alternanza di strati diversi? L’erosione avrà maggiori effetti sugli strati più “morbidi” generando un profilo frastagliato come quello in figura.

Questa in poche parole è l’erosione differenziale.
Alcune parti più dure dell’ammasso roccioso cercheranno di resistere con tutte le loro “forze” e rimarranno più sporgenti rispetto alle rocce più morbide che verranno consumate più velocemente.
Per illustrarvi questo fenomeno torniamo in Irlanda, dove ci siamo lasciati con il precedente articolo, e scopriamo insieme le meravigliose scogliere di Moher!
Da Doolin alle scogliere di Moher: un viaggio nel tempo attraverso le ere geologiche
Quando sono stata in Irlanda con il mio compagno, dopo aver visitato la capitale, ci siamo diretti verso la costa ovest, per esplorare la contea di Clare e le spettacolari scogliere di Moher.
Abbiamo alloggiato a Doolin, graziosa e pacifica cittadina di mare, dove l’unico problema per noi è stato avere l’acqua potabile a costi accessibili. La famosa birra scura, invece, scorreva a fiumi, la musica irlandese ha fatto tutto il resto e siamo stati benissimo!
Il nostro obiettivo era andare a visitare le famose scogliere e, per farlo, abbiamo deciso di muoverci a piedi. Un sentiero lungo circa 7 km costeggia il mare e collega l’abitato di Doolin alle scogliere di Moher.

Oltre alla bellezza panoramica, questo sentiero ha un vantaggio didattico, segue il corso degli eventi geologici del luogo.
Tre sono le formazioni rocciose che caratterizzano la successione stratigrafica del parco nazionale del Burren e questa escursione le percorre tutte in ordine cronologico, ovvero dalla più vecchia (basso stratigrafico) alla più recente (alto stratigrafico).
Ma che cos’è una successione stratigrafica?

A me, molto semplicemente, l’hanno spiegata così. Ogni mattina ti svegli, esci e compri il giornale, poi torni a casa e lo poggi all’ingresso, su un tavolino. Il giorno dopo fai la stessa cosa, e così via i giorni a seguire. Alla fine, ti ritrovi una catasta di giornali, dei quali quello più vecchio si trova al fondo, ormai sepolto da tutti gli altri, mentre il più alto, in cima, è il più recente. Questo è quello che succede quando si formano le rocce sedimentarie. Ogni nuova roccia o strato si forma al di sopra del precedente. Questo “accatastarsi” in geologia si chiama successione stratigrafica perché segue il principio di sovrapposizione stratigrafica.
Ma torniamo alla nostra escursione e iniziamo, a piccoli passi, un viaggio lungo milioni di anni!

Innanzitutto, è necessario fare una premessa: quello che vediamo oggi… non è sempre stato così.
La nostra escursione è cominciata dalla cittadina di Doolin dove alloggiavamo. Abbiamo attraversato tutto l’abitato a piedi per giungere al punto di inizio del sentiero, nella zona vicino al porto. Sotto la cittadina di Doolin, si trova la roccia più antica della successione. Si tratta di calcari grigiastri e compatti, antica testimonianza di un deposito marino di mare tropicale caldo e poco profondo…
In Irlanda??? Ebbene sì, 350 milioni di anni fa l’Irlanda si trovava all’equatore e, come accade nelle attuali barriere coralline, i gusci degli organismi marini, ricchi di carbonato di calcio, si sono depositati nei bassi fondali e hanno portato, circa 330 milioni di anni fa, alla formazione dei calcari del Burren. In questa zona, i calcari del Burren non si trovano disposti in alte scogliere, ma in coste molto basse modellate dalla continua azione del mare, ne vediamo un esempio nella figura di sinistra, scattata dall’inizio del sentiero, guardando verso il porto di Doolin. La figura di destra, invece, mostra un dettaglio dei calcari del Burren, in località Ballyryan, 8 km a nord di Doolin (foto scattata e gentilmente concessa dalla collega e amica Emanuela Di Martino).

Proseguendo nella nostra piacevole passeggiata in riva al mare, scorgiamo a un certo punto qualcosa di diverso: una roccia molto scura, quasi nera, caratterizzata da strati molto sottili. In realtà, guardandoci indietro, ci rendiamo conto che, sin dall’inizio del nostro percorso, abbiamo camminato su queste nuove rocce che si trovano disposte in alte scogliere a strapiombo sul mare. I geologi le chiamano Argilliti di Clare, dal nome dell’omonima contea (Clare Shales in inglese). Le argilliti sono un tipo di roccia che si forma a partire da depositi di argille, tipici di ambienti di mare profondo. Questo significa che nella zona, col passare del tempo, le condizioni ambientali sono cambiate. Inizialmente, condizioni di mare basso hanno portato alla formazione dei calcari del Burren, successivamente il livello del mare si è alzato (o la terra si è abbassata) e le condizioni sono diventate di mare profondo, dando origine, 326 milioni di anni fa, alle Argilliti della contea di Clare. Queste argilliti si trovano fisicamente al sopra dei calcari del Burren, perché si sono formate in un momento successivo. In figura vedete le scogliere di argilliti, prima in una panoramica e poi in dettaglio.

Andando avanti nel nostro cammino ecco che finalmente giungiamo al culmine della serie stratigrafica. Scorgiamo, infatti, davanti a noi le rocce che ritroveremo nelle scogliere di Moher. Sono rocce stratificate, alternanze di almeno due tipologie di roccia, un tipo più chiaro e uno più scuro, che ricorda le precedenti argilliti. Queste alternanze sono disposte in scogliere a picco sul mare, ma non sembrano ancora molto alte. Tuttavia la nostra passeggiata non è ancora finita e man mano che procediamo lungo il percorso ci accorgiamo di salire di quota gradualmente… e vertiginosamente!
Ma come si sono formate queste alternanze? Dopo la formazione delle Argilliti di Clare, qualcosa di nuovo accadde nel Burren. Un antico fiume si affacciò sulla baia di Doolin e iniziò piano piano a costruire il suo delta. Come tutti i fiumi, anche questo trasportava i suoi detriti fino al mare, principalmente sabbie e silt (particelle più piccole della sabbia ma più grandi dell’argilla). Quando grandi depositi di questi materiali si compattano e cementano, si formano rispettivamente due tipi di roccia: arenarie (costituite da sabbie) e siltiti (costituite da silt). I grandi eventi alluvionali del passato hanno portato, 318 milioni di anni fa, alla formazione di strati chiari di arenarie e siltiti, alternati alle argilliti scure di mare profondo che si sono depositate nei periodi di calma tra un evento e l’altro.
In figura vedete le scogliere delle suddette alternanze arenarie-siltiti-argilliti, prima in una panoramica e poi in dettaglio. Ed ecco che si intravedono in lontananza le imponenti scogliere di Moher, ma il viaggio non è ancora finito, proseguirà nel prossimo paragrafo!

Erosione differenziale e crolli delle scogliere di Moher
Ed infine arriviamo. Dopo ore di sentieri, pecore, mucche e pochi altri escursionisti, torniamo alla civiltà e approfittiamo subito del primo chioschetto per integrare le nostre già scarse riserve di acqua. C’è un via vai continuo di turisti che nel frattempo sono arrivati con ogni mezzo (piedi, auto, bus) e da ogni direzione. L’attenzione si concentra sulla terrazza panoramica, sulla quale anche noi ci soffermiamo per qualche istante ad ammirare e fotografare le scogliere in tutto il loro splendore.

Uno spettacolo lungo circa 8 km, parecchie decine di metri di pareti verticali a strapiombo sull’oceano, le scogliere di Moher nel punto più alto superano i 200 m di altezza sul livello del mare. Capirete che non è nulla di realmente paragonabile alle coste di Siracusa di cui vi ho parlato nell’articolo Erosione delle coste. La differenza tra i due contesti non è solo nella tipologia di roccia, ovvero calcari da una parte e alternanze di arenarie, siltiti e argilliti dall’altra. Anche le dimensioni sono notevolmente diverse. La costa siracusana non raggiunge i 20 m sul livello del mare, ma si aggira intorno ai 10-15 m. Le scogliere di Moher sono alte 10 volte tanto e pure di più.
Eppure la dinamica con cui le scogliere subiscono l’erosione e l’arretramento è la medesima, con l’aggravante data dalla presenza di rocce poco resistenti come le argilliti.
In una scogliera come quella di Moher l’erosione differenziale gioca un ruolo fondamentale nei piccoli e grandi cambiamenti. L’attacco da parte degli agenti erosivi (pioggia, vento, variazioni di temperatura, moto ondoso, mareggiate, ecc.) sarà sempre più marcato sulle argilliti rispetto alle arenarie. Per questo motivo, la parete rocciosa, all’apparenza uniforme, se vista da vicino risulterà a gradini con sporgenze in corrispondenza delle arenarie e rientranze dovute all’erosione delle siltiti e soprattutto delle argilliti. In sostanza, la presenza delle argilliti rende ancora più vulnerabile l’ammasso roccioso, non a caso “Moher” in gaelico irlandese “Mhothair” significa “rovina”.

Per il resto, come già detto nell’articolo citato, l’erosione della falesia è legata all’incessante azione del mare, in questo caso dell’oceano, che con il moto ondoso e le mareggiate scava, nella fascia di escursione delle maree, creando il solco di battente e talvolta addirittura delle grotte.

La vittoria finale, come sempre, andrà alla forza di gravità, che silenziosamente agisce senza sosta e pigramente attende che la resistenza del materiale diminuisca a tal punto da poterla battere senza fatica. E così, anche grosse porzioni di roccia arrivano a cedere e crollare sotto il proprio peso ovvero per azione della forza di gravità!
Curiosità sulle scogliere di Moher
La zona del Burren e le scogliere di Moher sono state definite area di interesse geologico a livello internazionale, nello specifico tutto il territorio è un geoparco mondiale UNESCO, con il nome di The Burren and Cliffs of Moher UNESCO Global Geopark.
Oggi, inoltre, le scogliere di Moher ospitano una tra le più grandi colonie irlandesi di uccelli marini nidificanti. L’area è stata designata Zona di protezione speciale (ZPS) e Rifugio per la fauna selvatica ai sensi della Direttiva Uccelli dell’UE del 1979 e della Direttiva Habitat dell’UE del 1992.
Approfondimenti:
The Burren and Cliffs of Moher UNESCO Global Geopark – Sito Ufficiale