Tecnica di realizzazione e visualizzazione di immagini, disegni, fotografie e filmati, che dà un’illusione di tridimensionalità, analoga a quella generata dalla visione binoculare del sistema visivo umano. La complessità del nostro sistema visivo è veramente impressionante: siamo in grado di determinare la nostra posizione nello spazio in relazione ad altri oggetti, non solo quando sono fermi ma anche se sono in movimento.
Questo meccanismo è frutto di un processo evolutivo durato milioni di anni che ha permesso alla nostra specie di divenire dominante. La visione stereoscopica è una prerogativa dei predatori, in quanto permette il calcolo e la soluzione delle traiettorie in modo molto più efficiente rispetto ad altri animali. Le prede, invece, dispongono di una visione grandangolare utile per localizzare più facilmente i pericoli.

La prima volta che ho avuto a che fare con la stereoscopia è stato all’università, al corso di cartografia. Ho studiato geologia, e per lo studio delle forme del paesaggio, oltre alle mappe, si utilizza una particolare tecnica che permette di vedere un territorio dall’alto: la fotointerpretazione, ovvero l’osservazione tramite stereovisore di foto scattate da aerei (oggi anche droni!) attrezzati con una fotocamera.
Era un aggeggio grandissimo, sembrava uno strumento militare, tirato fuori da qualche vecchio baule… anche l’odore non era il massimo!
La prima volta non ho visto nulla! E mi è venuto un gran mal di testa! Ma poi si impara…

Un giorno una mia amica, che faceva tutt’altro nella vita, è venuta a trovarmi in laboratorio, e le ho proposto di provare. C’è un vecchio trucco: individui un punto presente nelle due foto e ci piazzi sopra un dito. Uno su una foto e uno sull’altra, e guardi attraverso lo strumento finché le dita non si sovrappongono. Ricordo ancora il preciso momento in cui è riuscita a vedere il 3D!
Lo sai quando succede. Chi si mette a ridere, chi urla “wow!”, chi inizia ad avere le vertigini. L’ho sempre trovata, e la trovo tuttora, un’esperienza magica…
Ma magica non è, perché c’è una spiegazione scientifica!
L’oggetto della stereoscopia sono gli stereogrammi o stereocard: due immagini uguali, affiancate, leggermente sfalsate. Il perché di questa sfasatura è da ricercare nel fenomeno che si vuole riprodurre.
Provate a fissare un punto davanti a voi, una zona della stanza o del paesaggio in cui vi trovate. Adesso, senza spostare lo sguardo, chiudete un occhio e continuate a fissare dritto davanti a voi. Se dopo chiudete l’occhio aperto e aprite l’altro, vedrete qualcosa di leggermente diverso.
Il diverso punto di vista dei nostri occhi è ciò che permette la visione prospettica, la capacità di leggere la profondità di un ambiente e le diverse distanze degli oggetti. Questo è quello che cerca di riprodurre la stereoscopia… e ci riesce!

Ciascuna immagine della stereocard è larga circa 6-7 cm, valore che corrisponde alla distanza tra i nostri occhi. L’osservazione delle stereocard attraverso lo stereoscopio permette a ciascun occhio di vedere l’immagine corrispondente davanti a sé. Ogni occhio registra un’immagine leggermente diversa, noi vediamo una sovrapposizione delle due che genera nel nostro cervello una terza immagine virtuale tridimensionale.
Ho sempre sognato averne uno mio, negli ultimi anni se ne trovano in commercio diversi tipi, anche a basso costo, perché vengono usati principalmente per vedere video dal cellulare. Per un periodo Tiger ne ha prodotto una versione molto “sobria”, per fortuna ho fatto in tempo a comprarne un paio… Li adoro!
Oppure esistono delle versioni fai-da-te con i progetti per costruirli in cartone, ma si può anche costruire con mezzi di fortuna senza grandi difficoltà, come potete vedere nell’articolo stereovisore ottico.
Il concetto non cambia, sia che tu guardi uno stereogramma sia che guardi un video 3D. Per i video, la tipologia necessaria è quella con i due video uguali affiancati.


Prodotto da @wizardryofboz
Ma prima che esplodesse il boom del 3D a basso costo non avevo idea di come fare per avere uno stereoscopio tutto mio. Ho deciso di affrontare il problema quando ho scelto questo esperimento per il progetto d’esame del corso da guida (sì sono anche Guida Ambientale Escursionistica). All’epoca trovai una soluzione che reputo molto originale… utilizzai un binocolo, ma al contrario. In questo modo il binocolo separa il campo visivo dei due occhi e aiuta a mettere a fuoco, l’unico svantaggio è che gli oggetti si vedono piccini.

In quell’occasione avevo stampato e fatto plastificare una quindicina di stereocard, alcune scaricate dal web altre, create da me, potreste farlo anche voi!
Quello che ho fatto io è stato prendere le foto aeree di una zona relative a periodi diversi, per fare un confronto storico dell’evoluzione del paesaggio. Potete farlo anche voi con qualsiasi mappa o anche con delle fotografie, purché ci sia un minimo di profondità nell’oggetto rappresentato.
Eccovi i link per scaricare le stereocard da me prodotte e le istruzioni per costruire lo stereovisore:
Buon divertimento! 🙂